I nove benefici dell'olio di CBD approvati dalla scienza

Il CBD, cannabidiolo, è uno dei composti chimici presenti nella pianta di cannabis sativa. È in grado di interagire con i neurorecettori del sistema endocannabinoide, inviando segnali tra le cellule ed è in grado di regolare il movimento, l'umore, l'omeostasi e il sistema immunitario.

La forma più diffusa in commercio è l’olio di CBD, in cui il composto viene è estratto dalla pianta, normalmente tramite CO2, e mescolato con un olio vettore, come l'olio di semi di canapa o l’olio di cocco. Ultimamente è diventato molto popolare per il suo stimato potere calmante.

Gli studi e la ricerca sul CBD sono in costante fase di approfondimento. Sinora, sì è comprovata l’efficacia sulla salute per almeno nove le applicazioni.

1. Ansia e depressione

La popolarità del CBD è in primis data dal suo effetto calmante. Uno studio del 2019 sul Brazilian Journal of Psychiatry ha sperimentato gli effetti del CBD per il trattamento dell’ansia su 57 uomini, simulando una public speaking. Ad alcuni è stato somministrato un placebo mentre altri hanno ricevuto 150 mg, 300 mg o 600 mg di CBD prima di parlare. Si è verificato che chi aveva assunto 300 mg di CBD ha avuto una significativa riduzione dell’ansia durante il test rispetto invece a chi aveva ricevuto solo il placebo. È comunque importante sottolineare che i partecipanti che avevano ricevuto 150 o 600 milligrammi di CBD hanno provato più ansia durante il test rispetto al gruppo dei 300 mg.

Nel 2010, si è anche studiato l’effetto del CBD sui topi come antidepressivo alla pari dell'imipramina. Studi che andranno approfonditi sull'uomo per confermare il potenziale del CBD come antidepressivo.

2. Epilessia

In alcuni casi, il CBD può essere usato per trattare le crisi epilettiche.

Nel 2018, la Food and Drug Administration (FDA) ha approvato l'uso del farmaco Epidiolex (cannabidiolo) per il trattamento delle convulsioni derivanti dalla sindrome di Lennox-Gastaut e dalla sindrome di Dravet, due rare forme di epilessia, in pazienti di almeno 2 anni.

Sono tre gli studi comprovati che hanno indotto l’FDA a prendere questa decisione. In questi studi, 516 pazienti con sindrome di Lennox-Gastaut o sindrome di Dravet hanno ricevuto Epidiolex o un placebo. Si è visto che l’Epidiolex, assunto insieme ad altri farmaci prescritti, ha ridotto la frequenza delle convulsioni dei partecipanti rispetto al placebo.

3. Disturbo da stress post-traumatico

In un studio presso una clinica psichiatrica ambulatoriale pubblicato nel 2019 sul Journal of Alternative and Complementary Medicine, è stato somministrato per otto settimane del CBD a 11 persone con disturbo da stress post-traumatico (PTSD), oltre che cure psichiatriche di routine. I risultati hanno visto che 10 degli 11 pazienti hanno provato un calo dei sintomi del disturbo da stress post-traumatico. Il CBD è stato inoltre generalmente ben tollerato.

Sempre in questo studio, viene sottolineata l'importanza di utilizzare una terapia a base di CBD assieme alle varie terapie già conosciute per curare il disturbo, data l’ottima capacità del CBD nella riduzione dell’ansia.

4. Trattamento dalla dipendenza da oppiacei

Il CBD potrebbe anche essere utilizzato per alleviare la dipendenza da oppiacei; diversi studi su umani e animali ne evincono questa proprietà.

Somministrando del CBD a persone con dipendenza da eroina, già solo nel corso di una settimana, si è notato come il CBD abbia ridotto significativamente l’astinenza dalla droga, la frequenza cardiaca a riposo e i livelli di cortisolo salivare, senza riscontrare effetti indesiderati.

Inoltre il CBD si è rilevato utile nella riduzione di vari sintomi psichiatrici come ansia, insonnia e dolore in pazienti con disturbi da dipendenza di sostanze, indicando l’uso del CBD come efficace trattamento per la dipendenza da oppiacei. Tuttavia, sono necessari ulteriori studi.

5. Sintomi della SLA

La sclerosi laterale amiotrofica (SLA) è una malattia che provoca il deterioramento delle cellule nervose del cervello e del midollo spinale, con progressiva perdita di controllo muscolare e peggioramento nel tempo. I motivi per cui si scatena la SLA non sono ancora chiari, si ipotizza possa essere anche ereditaria. Al momento sono stati approvati solo due farmaci per aiutare a trattare i sintomi della SLA e non è nota alcuna cura.

Alcune ricerche hanno dimostrato che le persone con SLA possano beneficiare dell'effetto entourage creato dalla combinazione di THC e CBD, simile alle persone con PTSD. Già in uno studio del 2016, sono state somministrate combinazioni di THC e CBD in dosi variabili a vari pazienti a seconda delle loro esigenze. I pazienti affetti da spasticità lieve (intorpidimento e rigidità muscolare) hanno beneficiato del trattamento, quelli con spasticità da moderata a grave hanno riportato tassi di soddisfazione anche più elevati.

6. Dolore cronico

Nel 2005, il Canada ha approvato l'uso di Sativex, uno spray per mucosa orale (assorbito nel rivestimento della bocca) con proporzioni uguali di THC e CBD, per il trattamento del dolore neuropatico centrale collegato alla sclerosi multipla. Nel 2007, il Canada ha approvato l'uso del farmaco per il trattamento del dolore da cancro, lì dove altri farmaci non avevano dimostrato risposte adeguate.

Nel frattempo, studi continui negli Stati Uniti hanno rilevato come il CBD sia efficace nel trattamento del dolore cronico. In uno studio del 2020, i ricercatori hanno somministrato per via topica il CBD a un gruppo di pazienti affetti da neuropatia periferica sintomatica (un risultato di danni ai nervi cerebrali e al midollo spinale), somministrando un placebo ad un altro gruppo con la stessa condizione. Si è così ottenuta una significativa riduzione dei dolori intensi e acuti e delle sensazioni di freddo e prurito in coloro che hanno utilizzato il CBD topico rispetto a coloro che avevano ricevuto il placebo. Nessun partecipante ha riportato effetti collaterali.

Si è dimostrato che il CBD ad uso topico ha un effetto più rilevante, lavorando così in maniera più diretta e localizzata.

7. Complicazioni del diabete 

La scoperta che il CBD sia in grado di aiutare a ridurre gli effetti degli alti livelli di glucosio sulle cellule del corpo umano, è stato in primis verificato in laboratorio agendo sulle cellule stesse, dimostrando la capacità di ridurre lo sviluppo del diabete e le sue complicazioni. Con ulteriori studi, i ricercatori hanno riportato quanto il CBD possa avere benefici importanti se usato in pazienti con diverse tipologie di diabete, complicanze diabetiche e accumulo di placca nelle pareti delle arterie.

In un altro piccolo studio, è stato somministrato a 13 pazienti affetti da diabete di tipo 2, non in trattamento con insulina, del CBD e del placebo (al posto dell'insulina). I ricercatori hanno potuto così testare come il CBD sia stato efficace nella diminuzione dei livelli di resistina (che causa resistenza all'insulina, la proteina che regola i livelli di zucchero) e ha aumentato i livelli di peptide insulinotropico glucosio-dipendente (un ormone che garantisce un rilascio sufficiente di insulina dal cibo digerito) rispetto ai valori di riferimento di inizio del test. Da questi risultati si evidenzia che il CBD potrebbe essere un trattamento per il diabete aiutando il corpo a regolare i livelli ormonali correlati all'insulina in maniera naturale.

8. Malattie neurologiche

è stato dimostrano che il CBD abbia proprietà antiossidanti e antinfiammatorie sia in studi preclinici che clinici. Da questi studi i ricercatori hanno dedotto che il CBD possa avere proprietà neuroprotettive importanti o in generale di protezione contro differenti disturbi patologici.

Rispetto al morbo di Parkinson, al morbo di Alzheimer e alla sclerosi multipla ci sono differenti studi preclinici che hanno dimostrato effetti benefici del CBD. Non sono stati registrati invece risultati positivi significativi rispetto alla malattia di Huntington e all'ischemia cerebrale. Sono quindi necessari ulteriori studi clinici per confermare i vantaggi dell’utilizzo del CBD come trattamento per questi disturbi.

9. Sintomi dell'artrite 

L'artrite implica il deterioramento dei tessuti all'interno e intorno alle articolazioni. Ci sono differenti tipologie di artrite i cui sintomi implicano dolore, rigidità e perdita di movimento. Normalmente il trattamento dell'artrite si focalizza sul sollievo dal dolore e sul miglioramento della funzione articolare.

Uno studio del 2006 ha dimostrato che il Sativex, farmaco a base di CBD approvato nel Regno Unito nel 2010, ha portato miglioramenti significativi nella qualità del sonno, nel dolore durante il movimento e nel dolore a riposo nei pazienti affetti da artrite reumatoide rispetto a un placebo. Questo è stato il primo studio sul Sativex come trattamento per l'artrite reumatoide, coinvolgendo 58 pazienti e scoprendo così che il CBD ha un effetto antidolorifico e capacità di sopprimere l'attività della malattia.

Nel 2020, in uno studio relativo ad un trattamento più localizzato, i ricercatori hanno somministrato ad alcuni pazienti con dolore al ginocchio dovuto all'osteoartrite un gel a base di CBD sintetico in dosi giornaliere da 250 o 500 milligrammi, ad altri un placebo. I pazienti hanno anche sospeso l'assunzione di altri farmaci antinfiammatori o antidolorifici, eccetto il paracetamolo, prima e durante il periodo di studio.

Anche se non del tutto conclusivi, i risultati ottenuti sono stati comunque interessanti. Difatti, quelli trattati con CBD non hanno constatato molti cambiamenti nel dolore rispetto ai pazienti trattati con placebo. Si sono rilevate, allo stesso tempo, differenze statisticamente significative tra il gruppo che ha ricevuto la dose di 250 milligrammi e quello del placebo in riferimento alla misurazione del miglioramento settimanale dei loro peggiori livelli di dolore. Inoltre, sembra che gli uomini abbiano tratto maggiore beneficio dal CBD rispetto alle donne.

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